Costantino (Kostas) Georgakis – La Targa e la memoria

Genova ricorda Costantino (Kostas) Georgakis
Era il 19 settembre del 1970 quando, nelle prime ore del mattino, Kostas Georgakis, studente di geologia all’università di Genova di 22 anni, decideva di darsi fuoco in Piazza Matteotti a Genova in segno di protesta contro la dittatura che governava la Grecia in quegli anni.
Era il 21 aprile 1967 quando con un golpe una giunta militare, con l’appoggio di strutture militari occidentali e della Cia, prendeva il potere in Grecia, approfittando della debolezza politica del giovane Re Costantino II, che addirittura inizialmente sostenne i golpisti.
La giunta militare governò fino alla fine del 1973 tra campi di prigionia per dissidenti politici e brutali torture. Uomo simbolo di quella brutale repressione fu il poeta Alexandros Panagulis che per molti anni fu detenuto e torturato nelle carceri greche. Nel novembre 1973 infine, una rivolta studentesca fu soffocata nel sangue al Politecnico di Atene dove gli studenti stavano organizzando l’opposizione antifascista.Tra il 1973 e il 1974 un successivo golpe militare e l’implosione politica, dovuta all’invasione turca di Cipro e al segno lasciato dalla rivolta studentesca del novembre precedente, misero fine a quel brutale regime.

Perché è importante ricordare Georgakis a Genova?
In Europa in quegli anni c’erano ancora regimi di impronta fascista come la Spagna di Franco, il Portogallo di Salazar e la Grecia dei colonnelli e Genova, ricca dei propri valori di solidarietà antifascista, accoglieva questi profughi dando loro asilo e  la possibilità di fare scelte di vita. Fu così per molti studenti greci, anche se tra loro, si infiltrarono spie del regime supportate dai partiti neofascisti nostrani, che saranno la causa principali del gesto di Kostas.
Il 7 marzo 1969 al Teatro della Gioventù di Genova, durante una manifestazione indetta da ANPI, ACLI, UDI e partiti di sinistra contro il regime dei colonnelli viene ritrovato un ordigno messo lì da neofascisti locali che saranno poi individuati dalla magistratura.
I valori solidali antifascisti si manifestarono per i portoghesi in attesa della rivoluzione dei garofani e per quei militanti spagnoli che pagarono o con la fucilazione o con la garrota il voler ripristinare la democrazia nel loro Paese, in attesa della fine di Franco.
Dopo il 1970, grande solidarietà fu indirizzata al popolo vietnamita allestendo una nave, l’Australe, di aiuti umanitari con il materiale raccolto soprattutto negli ambienti operai ed il carico gestito dagli stessi portuali genovesi.
Solidarietà e accoglienza anche naturalmente nei confronti di chi riusciva a scappare dal regime del Cile di Pinochet e da quello dei golpisti argentini.

La Targa e la memoria
La morte di Georgakis è a cavallo del periodo descritto e la targa è destinata a rappresentare non solo la memoria di un ragazzo di 22 anni morto lontano dal suo Paese, ma le radici sulle quali poggiano i valori di solidarietà e antifascismo della città di Genova.
E’ una pietra che ci racconta questa storia fatta di solidarietà, di antifascismo e di lotta. Una “pietra” che ci racconta, come al Sacrario del Ponte Monumentale, il sacrificio di giovani e meno giovani italiani e stranieri caduti per quegli stessi valori antifascisti.
Sono le radici culturali politiche e civili della nostra città, indipendenti da maggioranze politiche che si succedono e sempre pronte a ricordarci da dove veniamo e capaci di dirci dove stiamo andando.
L’averla restaurata, oltre al giusto tributo alla memoria di Kostas, torna a ribadire il sentimento di solidarietà antifascista di Genova.
Loris

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *