Nel ponente genovese per le donne la salute è una concessione e non un diritto

All’attenzione dell’assessore alla sanità Giovanni Toti
Al Direttore Generale ASL3 Luigi Carlo Bottaro
Alle donne di tutto ciò che è a ponente di Genova centro e non solo


Nei giorni scorsi è pervenuta a donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni l’invito per aderire al programma di screening del tumore della cervice uterina.
Per poter effettuare il Pap Test la lettera indica un numero di telefono da chiamare per prendere un appuntamento e un link ad una pagina istituzionale in cui sono indicati gli ambulatori dove viene effettuato il Pap Test.
Una signora destinataria della lettera e residente da poco a Genova Sestri Ponente presa conoscenza dei luoghi possibili telefonava per prendere un appuntamento indicando come previsto dalla pagina della ASL3 l’ambulatorio di via Soliman presso l’ex manifattura Tabacchi.
L’operatrice senza indicare se tra una settimana un mese o un anno rispondeva che le uniche disponibilità che aveva erano per gli ambulatori di Quarto o Struppa.
Ad una seconda telefonata venivano confermati gli ambulatori di Quarto o Struppa e a precisa domanda di quando avrebbe potuto esserci disponibilità in altri ambulatori rispondeva di richiamare tra un mese per l’eventuale appuntamento a marzo, ma senza garanzie.
Conclusione, rimpiangendo di aver effettuato il cambio di residenza da una città (Roma) e una regione in cui la sanità ha sempre dato risposte adeguate all’esigenze delle persone e soprattutto sulla prevenzione di patologie come i tumori, chiudeva il colloquio telefonico rimandando a tra un mese l’eventuale pap test fra tre mesi. Cosa si desume da tutto ciò?
Che dal centro di Genova, spostandosi verso ponente, Val Polcevera compresa, fino ad Arenzano ed oltre, i presidi territoriali per la prevenzione di tumori che colpiscono le donne sono stati soppressi o hanno per disposizione della ASL talmente ridotto l’operatività da risultare inadeguati alle esigenze del territorio.
L’indecenza per una condizione del genere è inaccettabile, come inaccettabile è la soppressione di molti servizi che erano resi al territorio da strutture sanitarie a gestione pubblica nel ponente genovese e che col pretesto del covid oggi non sono più erogati.
Loris Viari


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